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mercoledì 23 gennaio 2013

Quello che so sull'amore




Preciso subito che si tratta del titolo di un film, non è un post sull'amore, non vorrei mai mettermi a rubare il "lavoro" a Love is. (Ciao cara!).
"Quello che so sull'amore", titolo originale Playing for Keeps tradotto letteralmente sarebbe giocare sul serio o qualcosa di simile, è l'ultimo film di Gabriele Muccino.

Fermi un secondo a me fa già un po' ridere l'idea che ad un film il cui regista è italiano è stato modificato il titolo. Si sa che quando si traducono i titoli dei film americani molto spesso vengono del tutto modificati in Italia e quasi sempre nelle maniere più assurde ed insensate.
     Tanto per fare un esempio avete presente il film di Julia roberts e Richard Gere "Se scappi ti sposo"? Bene, il titolo originale era semplice, incisivo e chiarissimo Runway Bride ossia la sposa che scappa, più chiaro di così. Mi spiegate cosa c'entra "Se scappi ti sposo"? Che poi il senso del film è l'esatto opposto, avrebbe avuto più senso Se mi sposi scappo, no? 
Va beh al di là di questo, sul quale probabilmente un giorno creerò un post apposito, mi fa sorridere il fatto che un regista italiano che mette il titolo al suo film americano gli venga poi tradotto e totalmente modificato in Italia. Ma andiamo oltre. 
La storia è molto semplice: un ex calciatore (solo un regista italiano potevo fare un film americano sul calcio) che ha sperperato i suoi guadagni in ogni stupidaggine si ritrova senza un soldo e senza moglie e figlio, così decide di riconquistare entrambi o almeno il secondo  andando a vivere vicino a lui e accompagnandolo agli allenamenti di calcio ogni giorno. Resosi conto che l'allenatore del figlio di dieci anni è del tutto inadatto decide di accettare il compito di allenatore lui stesso con il caloroso appoggio dei genitori stessi dei bambini. 
Naturalmente si tratta di un uomo conosciuto, con una gran bella presenza e rinomato come don giovanni e quindi ecco che si vengono a creare delle situazioni divertenti ed imbarazzanti con le mamme degli altri bambini. 
é una sorta di percorso di redenzione di quest'uomo che ha perso il vero senso della vita a causa di notorietà, soldi e divertimento e piano piano capisce quali sono le cose realmente importanti.
Il film è carino, dolce e piacevole da vedere ed il cast è a dir poco stellare : Gerard Butler (quel gran pezzo di Gerard Butler), Jessica Biel, Dennis Quaid, Uma Thurman e Catherine Zeta Jones. 
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Bene, a questo punto direi che ho fatto una piccolissima recensione di un film, vi potrebbe essere utile nel caso in cui voi voleste andarlo a vedere ma a questo punto io vorrei iniziare una piccola riflessione, o meglio vorrei formulare una piccola domanda che da quando ho visto questo film mi frulla per la testa: Ma come diavolo ha fatto Gabriele Muccino a girare film ad Hollywood con attori famosissimi? Ci ricordiamo che era quello che girava film un tantino tristi con attori zeppolanti? 
Ora parliamoci chiaro Gabriele Muccino è quello che ha girato "come te nessuno mai" infilando il fratello con la s più fastidiosa della storia dentro una scuola occupata. Si può sapere come è arrivato ad Hollywood?
Ho cominciato a porre questa domanda in giro e questa è la risposta: -é stato il film "La ricerca della felicità" che l'ha catapultato in America!- Eh no... io è proprio quello che voglio sapere, come è arrivato pure a fare "La ricerca della felicità". Come si fa a passare dagli urli della Mezzogiorno a dirigere WIll Smith? 
Come si passa dallo scegliere Monica Bellucci come attrice (...) per un proprio film al ritrovarsi Uma Thurman nelle proprie scene?
Scusatemi, ma per quanto io possa considerare "L'ultimo bacio" un bel film che rivedo volentieri ritengo che "Ricordati di me" sia piuttosto pesante, "Come te nessuno mai" non lo rivedrei una seconda volta e il sequel de' "L'ultimo Bacio" ossia "Baciami ancora" mi abbia così tanto innervosito e depresso che sarei andata volentieri a prendere a schiaffi Muccino per aver rovinato l'idea del primo film e, visto che ci sto, anche Jovanotti per averlo assecondato con una bella canzone. 
Poi, per carità, arriva "La ricerca della felicità" (tra l'altro precedente a "Baciami ancora") ed è splendido.  
Ossessionata da questa idea sono andata a cercare in giro la biografia di Muccino per capire come ha fatto a cadere improvvisamente nel deposito di Paperone, quello pieno di monete d'oro tanto per intenderci. Che sia chiaro, non voglio sminuire Muccino e sono felice che ci sia un regista italiano che fa film ad Hollywood, ci vive ed ha un bel po' di soldi ma vorrei capire come c'è riuscito. Sono convinta che nella vita bisogna sicuramente avere fortuna ma devi anche saperti muovere bene. E quindi mi chiedo cosa ha fatto Muccino per arrivare laddove non è neanche arrivato Benigni con un film da Oscar come "La vita è bella" (magari Benigni non ha nessuno interesse a girare ad Hollywood però l'avrei capito di più).
Vado in giro a cercare notizie su Muccino e cosa scopro? 
Il film "L'ultimo bacio" ha riscosso così tanto successo che è stato trasmesso anche negli Stati Uniti e per qualche motivo Will SMith l'ha visto ed ha detto "Vorrei fare un film con questo regista, magari proprio qualcosa sulla ricerca della felicità... perché è chiaro che questo ragazzo la ricerca disperatamente!"... eh sì questa è proprio "fortuna!!!". 


Tra l'altro ho scoperto anche che il film è stato rifatto in America "The last kiss" qualche anno dopo, lo sapevate voi?

Ora mi chiedo una cosa: perché non è stato semplicemente doppiato quello italiano e portato al successo? Perché fare un remake qualche anno dopo che poi... pensate l'assurdità... è stato doppiato in italiano e passato sui nostri schermi? 
Cioè noi facciamo un film che a quanto pare è così bello da attirare un paese in cui i film hanno successi stellari e rendono gli attori famosi in tutto il mondo e loro decidono così di rifarlo, non di doppiarlo semplicemente come accade con i film americani, e poi lo doppiano in italiano per farlo vedere anche a noi.
Non è un tantino assurdo?

sabato 12 gennaio 2013

Odissea... il lungo ritorno a casa

Era il primo gennaio del 2013 e noi (io e il mio ragazzo) dovevamo tornare a casa da Corvara tramite un mezzo che non era lo stesso dell'andata: il treno.




Questo luogo sconosciuto ed esotico che vagheggiava l'idea di panorami che scorrono veloci dal vetro, persone che ti sono intorno sconosciute e piene delle loro vite, 4 ore di chiacchiere e pisolini con il mio boy.friend in attesa di poter arrivare in serata a casa mia. Vi dirò ero quasi incuriosita da questo ritorno, non che mi aspettassi chissà che cosa ma non avendo mai preso il treno per un lungo tragitto ero interessata a vedere se mi sarebbe piaciuto e comunque alle brutte si trattava solo di 4 ore. Inutile dire che l'idea di polar express mi frullava per la testa, chissà magari sarebbe arrivato qualcuno a servire cioccolata calda cantando e saltando su tavolini immaginari. 
Il treno partiva alle 17... sapete cosa si dice dei treni? Non sono mai puntuali, si sente sempre tanta gente lamentarsi della scarsa puntualità dei treni, specialmente in Italia. Bene, i treni a quanto pare sono sempre in ritardo tranne quando anche tu sei in ritardo, io sono arrivata alle 17.05 ed il treno già non c'era più! 
Va bene, può capitare, in fondo è colpa nostra che siamo partiti tardi dall'albergo, andiamo a chiedere informazioni e per poter sfruttare ancora i biglietti ci viene proposto di prendere il treno più lento che parte alle 21.30 ed arriva alle 6 di mattina. Il viaggio in treno in cuccetta tutta per noi di notte, a guardare i panorami notturni e a farci coccolare dall'andatura del treno. Accettiamo. 
Unico problema: che si fa dalle 17.30 fino alle 21.30 in giro per Bolzano con le valigie? Non ci arrendiamo neanche a questo, si passeggia ringraziando chi ci ha accompagnato con la macchina (i miei genitori) che decidono di passare il tempo con noi. E qui vorrei aprire una parentesi  su Bolzano (ma quando si dice di voler aprire una parentesi bisogna aprirla sul serio?) che non immaginavo affatto essere così carina, piacevole e piena di splendidi negozi... peccato fossero tutti chiusi. Ci fermiamo ad un bar in cui facciamo merenda con un bel té e poco dopo un aperitivo con un bicchiere di Prosecco ed ecco che arrivano le 21, onde evitare di fare la fine precedente andiamo alla stazione ed entriamo nel nostro treno. Da qualche parte ho letto che l'unico modo per prendere un treno è perdere quello precedente, mai aforisma fu più giusto. 
Entriamo nel vagone letto che secondo chi ci ha venduto i biglietti era assolutamente vuoto, arriviamo nella nostra cabina e scopriamo che questa è per 4 persone e che i due che ci faranno compagnia ci sono. A questo punto avrei voluto simpaticamente strozzare il tizio alla biglietteria che ci ha assicurato che le cabine erano tutte vuote quindi non avremmo avuto nessun problema a stare da soli. A questo punto non ero più contenta di viaggiare di notte, in un vagone con due uomini che non conoscevo, con un bagno in comune a tutti gli occupanti del vagone piuttosto sporco e con quello che si definisce "accudiente" che sembrava non avesse granché voglia di venirci incontro. 
Dopo mezz'ora passata a cercare una soluzione: scendere alla fermata successiva, prendere un aereo lì, oppure dormire nel primo albergo e prendere l'aereo la mattina dopo ci siamo resi conto che ogni soluzione ci avrebbe portato a vagare persi di notte in un qualche paesino sconosciuto, così ho cercato la calma, mi sono spostata sul letto di sopra, mi sono sdraiata sul mio cappotto e ho usato la borsa come cuscino, ho preso il libro ed ho iniziato a leggere, mentre gli altri due dormivano già beati nei loto letti e grazie al cielo senza emanare odori e rumori molesti. Il mio ragazzo invece aveva deciso di rimanere seduto nel letto sotto per tenere la porta aperta con il piede così che io potessi leggere.

 Dopo un po' mi sono messa a riflettere su questo mezzo di trasporto al quanto bizzarro, o meglio più sul fatto di dormire nello stesso ambiente con persone che non conosci, premesso che è un incubo che mi capita spesso di fare ossia dormire con la gente intorno e la cosa mi mette sempre tanta ansia tant'è che mi sveglio per ricordarmi che sono nella mia stanza da sola, preciso anche che non dormo mai se c'è qualcuno (anche amico) vicino a me, non sono mai riuscita neanche a chiudere un occhio al cinema. Per questi motivi la mia notte si supponeva essere molto lunga... in fondo pensateci bene, mi sono messa ad osservare la schiena del tizio che dormiva sul letto a castello davanti a me e mi sono resa conto che mi sarebbe bastato pochissimo per ucciderlo... ovvio che non ne avevo nessuna intenzione ma di colpo su quel treno mi è venuta in mente una frase di Samantha Jones di Sex and the city che dice, dopo aver visto la sua cabina di prima classe "ora capisco perché c'è stato un assassinio sull'Orient express" e a questo punto lo capisco anch'io. Che ci vuole? Avrei potuto infilargli un coltello in mezzo alla schiena, avrei potuto fare qualsiasi cosa, scendere alla fermata successiva ed arrivederci... capiamoci io non l'avrei mai fatto, fatico anche a scacciare le mosche, ma il fatto è che un malintenzionato avrebbe potuto e avrebbe tranquillamente anche potuto rubare le sue borse. A questo pensiero mi è venuto in mente il computer nella borsa e così ho messo una gamba sopra ad essa, se qualcuno avesse provato a toccarla me ne sarei accorta e poi un flash che mi ha messo ancora più ansia.... le scarpe, le mie adorate scarpe stavano nella borsa sul letto di sotto in cui stava seduto il mio ragazzo con l'intenzione di rimanere sveglio tutta la notte, ma voi ci avreste creduto che non avrebbe mai chiuso l'occhio, neanche per il tempo di rubare una borsa piena di scarpe?
Va bene, ammetto che in preda al delirio da sonno, ira, e scoramento nel tempo (non erano neanche le 23 quando questi pensieri si affacciavano nella mia testa) mi sono preoccupata di cose assurde. 
Poi a Verona, la città magica, ultima fermata del nostro treno alle 23.15 un signore è salito sul vagone e a detta dell'accudiente, un bassotto occhialuto, era da solo nella cabina e quindi avremmo potuto provare a chiedere un change. Si sa la notte di capodanno... ehm no la notte del secondo giorno dell'anno è magica, ed infatti il caro e dolce signore ha acconsentito senza problemi, si è preso due letti e noi ce ne siamo andati nella cabina da soli. Ci tengo a precisare che all'inizio del viaggio l'accudiente (che poi cosa vorrà mai dire? Chi deve accudire? L'unica cosa che fa è mettere le lenzuola e dei strani bicchieri in plastica di acqua Fabia che probabilmente non berrà nessuno) ci ha assicurato senza tanti giri di parole che il vagone era tutto pieno, i letti tutti occupati e non avremmo potuto fare altrimenti che dormire nei nostri. Ora mi spiegate come è possibile che tre persone acquistino un biglietto per un treno che parte alle 23.15 e poi non lo prendono? Lo hanno perso? Perdere un treno alle 23 mi sembra più complicato di perderlo alle 17 ma prendiamo per buona questa ipotesi come ha fatto il bassotto occhialuto a sapere che quelle persone non sarebbero arrivate prima che il treno ripartisse? Come ha fatto a sapere che il signore che stava salendo sarebbe stato sicuramente da solo nella cabina perché dopo di lui nei seguenti dieci minuti di tempo che il treno stava fermo non sarebbe salito nessun altro? Mah lascio stare, mi infilo nella mia nuova cabina vuota e chiudo la porta a chiave riuscendo così a chiudere gli occhi per qualche ora.
Inutile dire che intorno alle 3 avevo un impellente bisogno di andare in bagno, pur non avendo bevuto neanche un goccio dell'acqua in plastica, quindi per le 3 ore successive ho tentato di trovare posizioni in cui riuscissi a trattenermi meglio e pensare ad altro. 
Arrivata a casa mi sono infilata nel mio letto congelato ma sempre magnifico ed ho dormito  come si deve, finalmente. La sera stessa avevo 38 di febbre... sarà stato lo stress? 


Morale dell'odissea: chi dice non importa la destinazione ma il viaggio non è mai stato su un treno di notte!

lunedì 7 gennaio 2013

Eccomi...

Scusate... pant pant...
Eccomi!
Lo so, lo so benissimo che sono terribilmente in ritardo. Sono già stati scritti post sui regali di Natale ricevuti, post sull'outfit dell'ultimo dell'anno, post sui buoni propositi del primo dell'anno, post sulla Befana che arriva e sulla Befana che se ne va... ed io? Non solo non ho scritto nulla di tutto ciò ma non ho neanche letto nulla!
Scusatemi... non ho giustificazioni che tengano, il fatto che io sia stata fuori fino al 2 e ho avuto la febbre fino a qualche giorno fa non importa. Avrei potuto scrivere dal Trentino, e divertirvi su storie fantastiche che la febbre mi regalava ed invece niente. Ha vinto la pigrizia!
Eccomi qui però e sono prontissima a rimediare!! 
Intanto vorrei mostrarvi un paio di regali di Natale ricevuti che fanno decisamente la loro figura!!
Elisabetta Franchi. Speciale edizione per Natale, ispirazione Dorothy!
ELisabetta Franchi. Scusate per la foto poco nitida.
Vi mostro anche, visto che stiamo in tema di foto, il mio cmsv (outfit) dell'ultimo dell'anno e già che ci sono vi riassumo anche la mia serata.
Visto che le scarpe erano un pochino appariscenti ho messo un vestitino più semplice
Cena
Auguri
Spumante
Lenticchie Basta.
Che tocca fa? So benissimo che gli alberghi in montagna non festeggiano mai fino a tardi perché il giorno dopo c'è gente che va a sciare ma quest'albergo ha toccato tempi di record. La cena è durata dalle 20.30 alla mezzanotte (così tutti gli ospiti stavano nel ristorante) dopo di che 5 minuti di musica e tutti in camera! 
Il giorno dopo c'è stata l'odissea e per questa ho bisogno di un post a parte quindi per un po' vi lascio nella suspance. 
Infine vi regalo un paio di scatti innevati. 
Nei prossimi giorni buoni propositi e naturalmente il racconto dell'odissea. 







p.s. ovvio che subitissimo toglierò lo spirito natalizio dal mio blog!